Robocop 1987, Robocop 2014

Attenzione, nel post sono presenti riferimenti a scene del film!

Il vecchio e il nuovo Robocop, immagine © Totallylookslike.com


Robocop è stato uno dei miei film preferiti di sempre, cosa che chiunque mi conosce sa.
Che cosa mi è piaciuto di quel film? Il senso di invulnerabilità? La violenza inaudita? Lo humor degli spot televisivi e del telegiornale? A 8-9 anni può darsi, ma oggi direi qualche cosa di più: la perfetta sintesi che lo sceneggiatore ha fatto degli anni ’80: il ruolo delle grandi “corporation” nella società americana, le esagerazioni televisive, le privatizzazioni (vedi Reagan), la centralità dell’automobile e la grande speranza nell’intelligenza artificiale.

Gli effetti speciali? Erano necessari, ma non hanno mai preso il posto degli attori, pur trattandosi di un film di fantascienza; quanti film di Hollywood oggi sono capaci ti tenere a bada gli FX? Pochi, pochissimi, e i rifacimenti che stanno facendo dei film di allora sono un vero e proprio disastro, proprio perché forse qualcuno ha pensato che il limite di quei film fossero appunto gli effetti speciali, allora non ancora computerizzati.

Qui arriviamo al reboot di Robocop, firmato da Josè Padilha, e uscito nei cinema pochi mesi fa. Un disastro, con pochissimi spunti notevoli. L’attore protagonista non ha alcuna personalità, né da vivo né da “morto”, e tutto il film sembra scivolare via senza lasciare nulla. Un film piatto, incolore e insapore, che a parte qualche lacrimuccia del poliziotto che si vede ridotto a pochi brandelli di carne (l’unica scena davvero forte del film), non comunica il dramma dell’uomo morto e riattivato che progressivamente recupera i suoi ricordi. Del resto a parte un paio di battute, “l’uomo” nel film è durato molto poco e non ha certo dimostrato una personalità affascinante e complessa, quindi averlo trasformato in macchina non è stato un gran dramma.

Per carità, un tentativo di mantenere un ancoraggio con la realtà attuale c’è: l’idea è che questi robot vengono usati negli scenari di guerra classici (Afghanistan, Iraq) per ridurre a zero le morti di soldati umani. Questo in realtà ha senso perché è risaputo che una delle principali asimmetrie in questi conflitti è la (in)capacità dei paesi occidentali di “sopportare” l’aumento progressivo di vittime rispetto ai paesi non democratici. Il tentativo comunque è debole, ma sarebbe stato certamente peggio riproporre uno scenario anni ’80 nel 2014.

A parte questo, si salvano solo le seguenti cose:

  • La performance di Gary Oldman, che però si può permettere di scegliere film migliori
  • La performance di Keaton, che svolge perfettamente il ruolo della persona di potere che fa scelte irresponsabili con leggerezza e che adora manipolare il prossimo
  • La scena di Murphy disassemblato con i polmoni in bella vista
  • Il telegiornale (tipo TG4) di Samuel Lee Jackson, soprattutto quando toglie la parola al senatore Dreyfus; questa cosa però va vista con molta ironia
Inutile dire che la SUX-6000 (pronuncia SUCKS 6000) è stata rimpiazzata da una moto anonima, e che gli ED-209 non ruggiscono più come i puma.