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Guerra

La guerra è terribile, ma è parte del nostro essere.

A volte è per avere più “risorse”, a volte è per avere più potere, a volte è per la libertà, a volte è per annientare.

Fare appelli alla pace durante la guerra è stupido, perché alla pace si lavora quando i cannoni tacciono.

In certe guerre ci scontra alla pari, in altre no.

In certe guerre A e B si scagliano uno contro l’altro, in altre c’è un aggressore e un aggredito.

In guerra conta poco chi ha ragione, così come conta poco il passato.

Guai a chi pensa in tempo di guerra come farebbe in tempo di pace.

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Blog Fotografia analogica

Perché scattare a pellicola?

Per me è stato un anno importantissimo da un punto di vista fotografico.

Ho (ri)scoperto la pellicola, cioè la fotografia analogica.

Non solo ora scatto a pellicola, ma sviluppo e sto facendo le prime prove di stampa.

Ho allestito una vera camera oscura non ancora completa ma comunque con del potenziale.

Perché è bello e utile scattare a pellicola e curare tutto il processo fino alla stampa?

Innanzitutto è un processo molto più “artigianale”, ma questo può non essere apprezzato da tutti. Di certo la soddisfazione rispetto a stampare da Lightroom è molto maggiore.

Soprattutto è la parsimonia per gli scatti, il fatto che ogni foto diventi una sfida, la necessità di previsualizzare.

In più è davvero molto istruttivo e quello che si impara vale spesso anche per la fotografia digitale.

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Fasi

Da quasi un anno non scrivo su questo blog, ma io sono fatto così.

Vado a fasi.

Per mesi coltivo una passione in modo totalizzante, ma poi per un po’ la devo abbandonare.

A presto.

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L’acqua santa ai tempi del COVID19

The new normal!

Il dispenser del gel igienizzante usato per l’acqua santa è davvero un segno dei tempi.

La domanda è: quanto velocemente torneremo indietro… laddove si tornerà indietro?

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Lumix L. Monochrome LUT

Ho creato una LUT che emula il profilo L Monochrome della mia Lumix GX80/GX85.

Personalmente la uso con Darktable, con i seguenti settaggi:

  • Base Curve: Panasonic (ON)
  • Filmic rgb: OFF
  • White balance: OFF
  • Color calibration: OFF

Da qui puoi fare il download della LUT.

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Graffiti

In un sottopasso in zona Malpasso, Ferrara.

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Blog Informatica

Ci riprovo: CitySim

Gioco a SimCity da quando avevo 8 anni. È logico che da quando ho imparato a programmare mi sia venuto in mente varie volte di provare a ricreare in qualche modo questo gioco.

Da qualche giorno ho dato vita all’ultimo mio tentativo: un motore di simulazione economico/cittadino senza interfaccia grafica sviluppato in C.

Il progetto si trova su GitHub all’indirizzo https://github.com/axettone/citysim ed è attualmente (28 febbraio 2021) in fase embrionale. L’idea è quella di creare le strutture dati che mappino i dati economici, della popolazione, ecc. e poi avviare una serie di loop che facciano evolvere la situazione.

Come dicevo poco sopra non ho ambizioni grafiche, ma in linea di principio immagino che sia possibile creare un layer superiore (o laterale), magari basato su TCP/IP che metta in comunicazione questo “motore” con una GUI.

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Zuckerberg ha deciso: si cambia in peggio.

La decisione del creatore di Facebook ha deciso: stop alla raccomandazione di gruppi politici sulla sua piattaforma.

Insomma, una risposta perfetta che salva la faccia agli occhi dei polli che ci cascano da un lato, e che dall’altro che gli consente di alzare i profitti della sua compagnia.

Sì, perché come è stato più volte detto anche da esperti, Facebook rovina le nostre democrazie non certo perché suggerisce i gruppi politici, ma perché fomenta l’odio e premia i contenuti più truci, divisivi, rissosi. Sono poi alcuni partiti a mietere il raccolto: quando le opinioni sono state confuse coi fatti e la violenza verbale diventa l’unica moneta di scambio, personaggi come Salvini o la Meloni hanno si trovano già il lavoro fatto.

Se c’è un problema, oggi, è proprio quello di una politica che ascolta troppo e non propone nulla. Non è quindi togliendo i suggerimenti sui partiti (ma chi se li considera?) che si risolve il problema, perché sono proprio i canali non ufficiali, come i gruppi tematici e così via, i luoghi dove si gestisce il consenso.

Facebook e gli altri devono mettere in campo le risorse per chiudere le porte alla violenza e non incentivare le risse online, ma il problema è che questo farebbe calare drammaticamente il traffico sulle piattaforme, con conseguente crollo degli introiti pubblicitari, che potrebbero così essere ridistribuiti su piattaforme tradizionali che pagano le tasse e che sono soggette alle leggi nazionali.

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Town Digital Platforms

Deliveroo, Just Eat, Amazon, ecc. sono nemici dell’economia reale.

Sarebbe molto più interessante che enti come i Comuni lavorassero a piattaforme proprie ad uso delle attività locali per favorire la consegna a casa della spesa e degli acquisti generali e dei pasti a domicilio.

Si potrebbe immaginare ad un servizio con costi molto bassi da redistribuire alla collettività nel bilancio comunale e per ripagare le (modeste) spese infrastrutturali e di sviluppo. Oppure anche un uso gratuito.

Si favorirebbe il lavoro locale e le attività locali, bypassando agevolmente il problema di sponsorizzare la piattaforma, cosa che un Comune dovrebbe poter fare in modo piuttosto agevole.

Ovviamente tutto open source e sviluppato localmente.

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Rabbia = Quantità

Ecco l’equazione alla base del successo dei social come Facebook, che ora giocano a fare le anime belle sospendendo gli account di Donald Trump, dopo esserne stati i più importanti megafoni.

  • Prima regola: le piattaforme social hanno bisogno di tanti visitatori che passino tempo navigando sui loro siti. Questo è indispensabile per concentrare pubblico ben profilato da rivendere agli inserzionisti pubblicitari
  • Seconda regola: pensare costa tempo e voglia. Una discussione civile procede naturalmente verso l’approfondimento e richiede impegno; soprattutto è alla portata dei pochi che sanno argomentare e che hanno il tempo di farlo.
  • Terza regola: la paura è il miglior modo per tenere alta l’attenzione del pubblico (cosa confermata da molti studi).

Risultato: molto meglio incentivare l’insulto, che richiede poco tempo ed è alla portata di tutti. Per ottenere questo, è bene usare algoritmi che aumentino la visibilità dei contenuti violenti, polarizzanti nei confronti dell’opinione pubblica, e che facciano leva su paure più o meno striscianti nella società.