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Fine-Tuning e Via Binaria

Nel costruire quotidianamente la nostra morale a volte pensiamo di poter modellare la realtà con degli interruttori (Via Binaria) e a volte con delle manopole (Fine-Tuning).

A volte, nell’evoluzione delle nostre opinioni, gli interruttori diventano manopole (introducendo “se” e “ma”) e volte le manopole diventano interruttori (ci irrigidiamo).

Per stare subito leggeri, ad esempio, posso ritenere che uccidere sia sempre sbagliato, quindi per me “l’interruttore morale” su questo tema è sempre su OFF. È una via binaria.

Poi magari immagino di essere in guerra, in una situazione dove o io uccido il soldato nemico o lui uccide me. Molto probabilmente quell’interruttore diventa allora una manopola, con cui posso regolare la mia morale valutando le condizioni. Questo è il fine-tuning.

Il problema del fine-tuning è che senza punti di riferimento assoluti, siamo continuamente sollecitati a ragionare o possiamo cadere nelle trappole delle emozioni. Per continuare l’esempio di prima, ritengo ad esempio che sia lecito uccidere per difesa (ovviamente solo se davvero non c’è altra scelta, non di certo nei casi che sentiamo al TG e ripresi dai politici di estrema destra) ma ci sono ormai sufficienti prove per affermare che la pena di morte sia inutile e pericolosa. Quindi anche nei confronti di un criminale del calibro di Riina, non si dovrebbe applicare tale misura. Cosa diversa è uccidere un criminale in azione che sta uccidendo degli ostaggi.

Si pesano quindi gli effetti e non i principi. I risultati e non le intenzioni.

Sono convinto che se si è capaci di osservare a lungo la complessità della natura e della società, molti interruttori si potrebbero trasformare in manopole, scoprendo che difficilmente esistono cose 100% giuste o 100% sbagliate, ma che anzi, proprio se non regoliamo i fenomeni, questi producano poi degli squilibri sempre negativi.

Se non mangiamo moriamo di fame, se mangiamo troppo moriamo di diabete o di infarto/ictus.

Se non studiamo siamo ignoranti, se passiamo la vita solo sui libri, abbiamo imparato tanto ma inutilmente.

Se il volume della musica è troppo basso, non siamo in grado di ascoltare, se è troppo alto perdiamo l’udito per sempre.

Se decidiamo di cancellare le droghe per decreto, nascerà il mercato nero, se le pubblicizziamo sorgeranno altri problemi derivanti dall’abuso.

Le ideologie costruiscono interruttori,

il pragmatismo manopole.

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Galimberti e la libertà.

Più sfoglio YouTube e lo confronto con la TV, più davvero mi chiedo che senso abbia guardare la seconda. È un puro anestetico per il cervello.

Per esempio su YouTube rischi di imbatterti in questo video di Galimberti, del quale sicuramente non condivido il disfattismo, ma che porta alla luce numerosi spunti di riflessione.

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Probabilmente il libero arbitrio non esiste.

Abbiamo l’illusione di controllare le nostre scelte, ma anche i nostri pensieri sono reazioni elettrochimiche governate da leggi fisiche. Anche se nel mondo quantistico c’è spazio per le probabilità, difficilmente si potrà dimostrare che il nostro “Io” possa creare moti di volontà interferendo con cose come la posizione e la velocità delle particelle subatomiche.

L’esperimento di Libet ha dimostrato che le nostre scelte emergono dal cervello anticipando la nostra coscienza. Prima prendiamo le decisioni, poi ne diventiamo coscienti.

Senza libero arbitrio crollano tutte le nostre fondamenta, in una sorta di nichilismo ancora più potente di quello annunciato da Nietzsche: non solo Dio è morto, ma lo sono anche la nostra morale, il nostro scopo e il significato del nostro agire, soffrire, gioire.

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Seguire la salita

Un fatto ineluttabile:

Per ottenere risultati bisogna faticare.

Quindi la via giusta è quella in salita. E quando la salita sembra finita, è solo perché ti stai preparando alla prossima rampa di scale.

Vale nello studio, nella dieta, nello sport, nel lavoro, nella formazione.

Quando vedi la pubblicità di una “pillola dimagrante” o di un software che “risolve tutti i tuoi problemi” la cosa migliore che puoi fare per la tua autostima è compatire coloro che ci credono.

Del resto la fisica ce lo insegna: per tutte le trasformazioni serve spendere energia.