La tecnologia digitale non inquieta perché non è conosciuta

Dopo lo scandalo legato alle rivelazioni di Snowden, qualcosa si è mosso, ma prevalentemente a livello legislativo, sempre indietro rispetto a quello tecnico/industriale, e fortunatamente in parte anche a livello politico.

Il problema è l’uomo comune: egli spesso non sa, non immagina, non conosce le potenzialità dei sistemi digitali moderni, dotati di software tanto raffinati quando nascondibili nei meandri di qualche SoC, spesso collegati in rete e capaci di inviare informazioni continuamente a non si sa chi.

Ecco che una Smart TV diventa uno strumento di monitoraggio. Uno smart speaker… non ne parliamo. Lo smartphone? Una microspia, craccabile a distanza a volte senza possibilità di contromisure.

Se ci fosse maggiore cultura digitale, se si insegnasse a programmare nelle scuole elementari e medie, forse avremmo una popolazione meglio attrezzata a porsi qualche domande.

La realtà è che l’uomo comune sapesse anche solo il 5-10% del funzionamento di uno smartphone, forse non smetterebbe di usarlo, ma probabilmente lo userebbe in modo diverso. Soprattutto, pretenderebbe, e si genererebbe una domanda più consapevole nei confronti dei produttori.

Nel frattempo, per i pochi che capiteranno su questo post e che sono curiosi, segnalo questo semplicissimo video divulgativo.