Grandi aziende di servizi coi piedi d’argilla

Quanto spendono le compagnie telefoniche per pubblicizzarsi in Italia? Tanto, tantissimo, più di 30-40 milioni all’anno ciascuna. Lo stesso dicasi per le aziende che vendono servizi come l’energia elettrica e il gas.
Milioni di euro al mese per veicolare i propri valori, le offerte tarate sui target di clientela ritenuti più interessanti, la missione nobilissima, di cui si sentono investite, di collegare in rete e dare energia a milioni di italiani con i loro sogni, amori, progetti e ambizioni.
Appena però si spegne la TV si ha a che fare con aziende il cui core business pare sia telefonare alle ore meno opportune, interrompendo appunto gli amori e i sogni degli italiani, per proporre offerte che spesso appaiono truffaldine, e dove bisogna stare attentissimi a ogni “Si” che si pronuncia per evitare di ritrovarsi con contratti indesiderati da cui non si riesce più a togliersi. Se poi c’è un piccolo problema, si ha a che fare con centralini dove le procedure di risoluzione sono più adatte ai primati che agli esseri umani, e dove non è raro scontrarsi con personale poco educato. E poi tanta, tanta incompetenza e disorganizzazione.
Che fine fanno tutte le promesse veicolate dalla pubblicità? Puf, svanite. 30-40 milioni di euro bruciati. Oggi sappiamo che queste aziende, veri e propri giganti dei servizi, ormai sono tutte uguali, soprattutto su un punto: del singolo cliente a loro non importa nulla. Quando si ha a che fare con loro, ci si sente semplicemente soli e impotenti.