Raspberry Pi

Lode a Raspberry Pi

Raspberry Pi è un piccolo computer contenuto in una scheda elettronica grande circa come una carta di credito.

Nel 2015 circa comprai la seconda versione, all’epoca già dotata di una CPU 4-core e 1 GB di RAM.

Anche se l’avevo già data per persa, pochi giorni fa la ritrovai in un sacchetto e così ho deciso di rimetterla in funzione aggiornando il sistema operativo Raspberry OS (Debian) all’ultima versione.

Tutto è davvero semplice: dal sito è possibile scaricare per i 3 principali sistemi operativi il tool che automaticamente formatta la scheda SD e vi installa l’immagine del sistema. La stessa immagine funziona su tutti i Raspberry. Questa è eleganza.

Il boot avviene in pochi secondi ed è senza problemi. Al primo avvio vengono richieste alcune configurazioni (locale, Wi-Fi, ecc.) e si è subito pronti.

Collegando un disco fisso USB, si nota che è già configurato per lo stand-by dopo pochi minuti, cosa che rende Raspberry un eccezionale media server.

Penso che Raspberry porti quel non so che di anni ’80 nel mondo del computing, ormai così appiattito sul software. Non a caso qualche giorno fa è stato annunciato Raspberry Pi 400, un vero Commodore 64 dei nostri tempi.

Impossibile non amare Raspberry Pi. Impossibile non amare la flessibilità di GNU/Linux.