Forse per colpa del lockdown, nei primi sei mesi del 2020 mi sono abbonato a due riviste cartacee.
Sarà il bello di aspettarle per giorni e poi trovarle in buchetta, oppure il fatto di coinvolgere anche il tatto oltre alla vista, ma la differenza rispetto alle edizioni digitali è notevole in termini di godimento.
Il problema è però questo: rispetto alle edizioni digitali, le riviste stampate occupano spazio. Io odio le cose che richiedono spazio, perché tendono a creare disordine (e io sono disordinato).
Quindi il piacere della rivista stampata richiede selezione e parsimonia.
Quello che però davvero è il vantaggio della stampa sono i tempi. La stampa, molto più del web nella maggior parte dei casi, ha tempi più lenti e dunque è più adatta a riflettere che informare. Per questo motivo credo che acquistare un giornale oggi abbia senso più che altro per leggere gli editoriali di persone attente e brave nell’analisi (come Panebianco).
Ancora meglio, è utile acquistare riviste che riflettano sui nostri tempi: sono belle da leggere ma soprattutto utili da conservare.
La stampa è poi infinitamente meglio della TV, che non solo vive sui tempi brevi e sulla non-analisi, ma che addirittura investe nella banalizzazione e nella manipolazione.