Periferia di Ferrara

Grandangoli e diaframmi chiusi

Certo, il bokeh cattura lo sguardo e un angolo di campo ristretto isola un dettaglio trasformandolo in protagonista.

Ma quando si tratta di fotografare la realtà, le focali lievemente grandangolari e i diaframmi chiusi sono gli strumenti più adatti.

Una focale intorno ai 35mm immerge lo spettatore nell’ambiente in modo addirittura superiore, anche se di poco, rispetto alla vista umana. Si ha quindi una visione molto simile a quella che il fotografo aveva al momento dello scatto. Meglio ancora: una visione molto simile a quella che il fotografo aveva quando ha deciso di scattare.

I diaframmi chiusi aumentano la profondità di campo mettendo (quasi) tutto a fuoco, rinforzando il concetto di immersione nell’ambiente e legando il soggetto al suo contesto.

Ecco perché in un certo senso secondo me l’uso di profondità di campo ristrette e focali troppo lontane dai 35mm equivale al narrare la realtà in uno stato di alterazione psichica: una cosa affascinante ma poco adatta ad uno stile autentico.

Su colori e bianco e nero

Un fotografo impara nel tempo a maturare una visione “in bianco e nero”, basata sulle differenze tonali. Per questo motivo trovo assolutamente realistico narrare per immagini in bianco e nero.

C’è di più: i media hanno abituato per decenni il pubblico al foto “sul campo” in bianco e nero, tanto che paradossalmente quelle foto possono sembrare più autorevoli di quelle a colori.

Foto di Ferrara in bianco e nero
Foto di Ferrara in bianco e nero