Vota contro la maggioranza!

C’è una cosa, davvero incredibile, di cui puntualmente mi accorgo nei periodi elettorali: alcuni votano palesemente per imitazione, seguendo l’onda. Che cosa stupida e allo stesso tempo interessante! Perché fare la fatica di andare a votare se in realtà non ti interessa? Se non ci credi perché lo fai? Suona un po’ come il voler avere qualcosa da festeggiare il giorno dopo… una cosa un po’ da sfigati.

Ma anche il contrario è interessante: votare qualcuno o qualcosa sapendo che al 99% sarai in minoranza. Che senso ha?

La realtà è questa: a meno che non si sia meno di 50-100 persone, difficilmente il voto di un individuo sposta l’esito di una elezione. Anche nei casi più plateali, a livello nazionale, una vittoria molto risicata è sempre questione di decine di migliaia di voti.

Quindi c’è un primo fatto:

Un singolo voto tecnicamente non serve per far vincere qualcuno o qualcosa.

E allora che cosa resta? Secondo me il voto è una semplice e personale dimostrazione di preferenza: un atto molto più intimo di quello che siamo abituati a pensare.

Sembra una perdita netta di valore, ma in realtà si sposta la responsabilità dal piano sociale al piano personale: votare quello che riteniamo giusto è un atto di onestà intellettuale verso noi stessi e fissa indelebilmente le nostre aspettative su qualcuno (o qualcosa) dandoci l’opportunità di trarre concretamente delle somme dal giorno dopo.

Del voto dunque rispondiamo esclusivamente a noi stessi, ed è per questo che votare contro la maggioranza, senza speranze, è comunque una vittoria, migliaia di volte più importante rispetto al contributo finale “alla conta”. In più, le sorprese sono più frequenti di quello che si immagina.