2021: The Social Age

Con la censura di Trump da parte di Facebook e Twitter prima, e ora con il boicottaggio di Parler (il social rivolto all’estrema destra) da parte di Google ed Apple, il 2021 si è aperto con un ulteriore avanzamento del mondo hi-tech sulla politica.

Certo, quanto è stato funzionale Trump a tutto ciò! Un presidente che fa leva sui peggiori istinti della società, gli stessi che hanno fatto lucrare Zuckerberg e soci, incapace perfino di preservare il lustro delle istituzioni americane, che così ora – screditate – fanno sembrare le piattaforme social l’unico argine di responsabilità.

Trump un “manchurian candidate” delle potenti lobby hi-tech? Probabilmente no, ma di fatto il risultato è lo stesso.

Eccoci allora nell’era social, dove gruppi dal capitale colossale e che hanno in mano l’informazione globale, “spengono” il Presidente del più potente stato del mondo, con un atto dal forte potere simbolico.

Gruppi che non si assumono alcuna responsabilità per i danni che compiono nella società e nella testa delle persone, per l’impoverimento che provocano e che in modo ipocrita oggi si fanno paladini contro la violenza, dopo averla studiata e sfruttata ad arte per far salire i dividendi.

Gruppi hi-tech che, ricordiamolo soprattutto a coloro che non gradiscono Trump (come il sottoscritto), non possono essere scacciati via con una elezione.